Apple, ricavi da record senza neppure contare iPhone X

Gli smartphone sono la fortuna del gruppo della Mela, ma anche Mac, servizi e Apple Watch stanno dando risultati positivi. Cresce la Cina

Le attese sull’iPhone X, che oggi sbarca anche nei negozi italiani, sono alte e Apple non lo nasconde. Ieri, quando ha presentato dati dell’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2017 , l’amministratore delegato Tim Cook ha anticipato che “gli ordini sono molto alti”. E tra la spinta di Natale e il lancio del nuovo smartphone, il manager si aspetta che il prossimo trimestre sia il migliore della storia di Apple, con ricavi stimati tra 84 e 87 miliardi di euro. Sulla scia dei conti rosei, il colosso di Cupertino ha preso quota a Wall Street, sfiorando una capitalizzazione da 900 miliardi di dollari.

Il colosso fondato da Steve Jobs ha ormai costruito la sua fortuna sugli iPhone. Dieci anni dopo il debutto del primo modello, lo smartphone della mela è il prodotto più venduto di casa Apple. Nell’ultimo trimestre, dei 52,2 miliardi di dollari di ricavi totali, più della metà, pari a 28,8 miliardi, deriva dalle vendite di iPhone. “Hanno superato le nostre aspettative”, ha spiegato Cook agli analisti.

I modelli 8 e 8 Plus, ha aggiunto l’ad, “sono diventati immediatamente i due più popolari”, dal lancio in cinquanta paesi dalla metà di settembre. Tuttavia, mentre il fatturato di Apple nel quarto trimestre dell’anno è cresciuto del 12% rispetto a un anno fa, gli iPhone hanno segnato un aumento dei ricavi del 2%.

L’equazione Apple-iPhone non è in assoluto una buona notizia per i vertici di Cupertino. Sebbene il centro di analisi di mercato Gartner attribuisca all’iPhone X il ruolo di miccia per riaccendere i motori di vendite di smartphone, gli stessi ricercatori stanno, trimestre dopo trimestre, registrando l’assedio dei concorrenti ad Apple. Nel secondo trimestre del 2017 la società di Jobs ha ottenuto il 12,1% nelle vendite mondiali di smartphone. È dieci punti percentuali sotto alla quota di mercato di Samsung. E la insidia Huawei, al 9,8%. La sola Apple telefonini nel 2017 ha ottenuto ricavi per 141,3 miliardi di dollari, più della stessa Amazon, tanto che le sarebbe davanti nella classifica delle cento aziende più ricche stilata dalla rivista Fortune. Quel regno, però, è tutt’altro che al sicuro dall’accerchiamento che arriva da Oriente.

In compenso nell’ultimo trimestre Apple ha accelerato le vendite delle altre divisioni. In un anno, per esempio, i Mac hanno incrementato i ricavi del 25%. “Abbiamo registrato vendite record su tutti i tempi per servizi e per Mac in Cina in questo trimestre”, ha spiegato Cook agli analisti.

La divisione dei servizi è un’altra gallina dalle uova d’oro. Riunisce l’App store, iCloud, il sistema di pagamento digitale Apple Pay, le garanzie di Apple Care, contenuti digitali. Quest’anno vale 29,9 miliardi di dollari, premiata anche da un aggiustamento dei conti di 640 milioni di dollari. Ma anche al netto di questo ritocchino contabile, come ha riconosciuto lo stesso Cook, da sola sarebbe un’altra azienda da Fortune 100, collocandosi tra la 3M (quella di scotch e post-it, per intenderci) e il gruppo media Time Warner.

“I ricavi hanno raggiunto il record trimestrale di tutti i tempi con 8,5 miliardi di dollari a settembre. Qualche trimestre fa abbiamo stabilito l’obiettivo di raddoppiare i ricavi dei servizi nell’anno fiscale 2016 a 24 miliardi di euro entro il 2020 e siamo sulla buona strada per raggiungere quell’obiettivo”, ha detto Cook. Il direttore finanziario di Apple, Luca Maestri, ha precisato che l’App store “ha generato circa il doppio dei ricavi di Google Play”. In novanta giorni 25 milioni di utenti si sono aggiunti ai 210 milioni di abbonati a pagamento ai servizi di iCloud. Su Apple Pay, ha integrato Maestri, “le transazioni annuali hanno superato il 330%”.

Continua anche la crescita degli Apple Watch, che restano padroni del mercato degli orologi intelligenti. Per Cook sono una “compagnia da Fortune 400”, quindi per equazione si può stabilire che in un anno abbiano fruttato a Cupertino circa 6,7 miliardi di dollari.

È stata proprio la crescita di tutti i comparti minori ad accelerare la corsa di Apple. Come ha osservato Brian White, analista di Drexel Hamilton, “negli ultimi cinque anni, le vendite sono cresciute in media del 7% nel trimestre di settembre”, contro il 16% di quest’anno. Cook ha spiegato questa impennata con due fattori. Il primo è l’espansione del mercato cinese, il secondo un “trimestre fenomenale per iPad, Mac, servizi, Apple Watch e iPhone”. In attesa dell’effetto X. Il nuovo iPhone dovrebbe consolidare un margine operativo lordo del 38% nel prossimo trimestre.

Cook confida che il prezzo stratosferico non spaventerà gli acquirenti e permetterà di rientrare degli alti costi dei componenti. Nelle scorse settimane Apple ha sostenuto la cordata di aziende che si è aggiudicata la giapponese Toshiba, produttore delle memorie usate dagli iPhone. Così Cook ha scongiurato di dover bussare al suo avversario per firmare un contratto di fornitura: Samsung. Come ha spiegato a Bloomberg, White ritiene che “Apple sia riuscita a superare il collo di bottiglia con i fornitori di iPhone X e per dicembre riuscirà a consegnare 27 milioni di esemplari“.

Articolo pubblicato su WIRED.IT

 

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